125 stradali Made in Italy

- C O L L E Z I O N E -P R I V A T A -

domenica 21 dicembre 2008

CAGIVA C10R


3 commenti:

Anonimo ha detto...

che belle parole! io giro ancora con la mia ns125f per andare in stazione ogni mattina..moto con 25 anni d'eta e motore rifatto in casa 2 volte ;-)

Max ha detto...

...mandaci una foto della tua ottavodilitro che la pubblichiamo con piacere. ciao

Anonimo ha detto...

complimenti x il lavoro! e quanta nostalgia....per ragioni di praticità e difficoltà reperimento ricambi io ho rottamato con la morte nel cuore la mia gilera rtx 125 4 anni fa prendendo 1 anonimo scooter....sicuramente nn è la stessa cosa....

GILERA SP01

GILERA SP01

Agente SP01... il tempo è passato?


La Gilera SP01 125 è una moto trasversale che percorrendo così da vent’anni il tempo è ora più che mai attuale, anzi è avanti.
Chi legge o solamente guarda un blog come il nostro i sedici anni li ha passati da un pochino ormai, le marce sa cosa sono e come si mettono, la frizione è consapevole che esiste e che un’alchimia fra entrambe le cose è necessaria pena una grattata o peggio sfollata.
Data questa ottima base che ci accomuna, non ci resta che saltare in sella alla nostra SP01 colorazione Pepsi replica Suzuki di sua maestà Kevin Schwantz e andare a farci un giro per il paese o città che sia.
Girate tranquilli ascoltando la sinfonia di aspirazione e la melodia di scarico prodursi in assoli acuti, cercando di traguardare (finendo per forza a pomiciare col casco il serbatoio) il profilo superiore del cupolino con gli occhi e guardatevi in giro quando potete; prima o dopo uno lo beccate, prima o poi uno sbarbatello il destino ve lo porterà a tiro.
Ricordatevi però che sotto di voi l’agente SP01 ha 35cv indomati e incazzati che necessitano di aria pulita e che la valvola si può imbrattare insomma l’aria buona lo sapete si respira solo in alto….ma cavoli eccone uno!!
…..mamma mia quanti colori sulla carena, quante frecce disegnate, colori scuri taglienti, e quei fari come lame, tutti tirati su a mandorla che orrore, tutti doppi e tutti uguali!
….e che gomme larghe e ribassate, freni con dischi grandi da paura che il Gamma 500 se li sogna di notte, ma… scatta il verde e prrutt!
Il missile sembra un razzetto spompo, parte ma non si sente, avanza ma non sparisce. Ovvero rumore di scarico a db controllati a norma CE, scarico euroX silenzioso pulito con una pancia che sembra un serpente con un vitello dentro ma da cui esce solo un ronzio che a 8500 si ferma ma che se anche arriva 10000 …lassa pérde!
Parto io, il tipo comunque orgoglioso ha già sparato le sue cartucce tipo NOS, ma spara ben chi spara per ultimo (così è anche le donne no?)…
La SP01 accelera e il semaforo svanisce, l’incrocio diventa una due corsie a senso unico a bande rosso-bianche ai bordi: il motore fisso a 9000 giri esplode di potenza, dallo scarico esce un unico incazzatissimo suono, una unica altissima nota pulitissima (issimo-issima-issima sembra lo spot di un’acqua minerale)… che non lascia scampo!.
La moto parte arrabbiata e non molla mai, le prime 3 marce divorate con l’ago che schizza agitato in alto ed ecco che la motina a mandorla è già dietro, già respira l’olio bruciato di un 2 tempi del 1989 che si fuma il presente, …respira sbarbatello come cazzo andavano le nostre moto!!!
Qualche minuto dopo, 3 marce e sono fermo al bar dove ordino da bere: il kamikaze scende dal razzetto che fa prrutt e non può far altro che leggere e annotarsi il nome che prima era solo una striscia sulla carena del missile di Arcore e più tardi farà la sua brava ricerca su internet.
Vedrà la SP01 made in ottavo di litro riparcheggiata ligia in fila con le altre sorelle, capirà che il progresso è bello, giusto e necessario, ma guardarsi alle spalle è doveroso e che la storia in ogni sua forma è bene conoscerla.
Gli tornerà utile quando andrà a votare come semplicemente quando fermo al semaforo.
Posati casco e ricordi, mi allontano dalla SP01 stiracchiandomi la schiena. Lei, stabile, seria, racer, appoggiata sulle sue Dunlop sportmax, riempie di ticchettii la rimessa a luci spente, l’aria si profuma di motore caldo e marmitta pulita, docile e paziente aspetta invano di sgranchirsi le gomme in un circuito, ma questa è un’altra storia.
Le sorelle del club ottavo di litro fianco a lei le portano serio rispetto, così come nel 1989 così ora.
Da stasera anche un ragazzo del 2000 e la sua moto-mandorlina in garage finiti nella rete di una Gilera del 1989 affacciati su Google sanno chi è Gilera SP01 125 e che passare dai CV ai KW le 125 ci hanno perso parecchio!
PS1: scusate l’enfasi e quindi alcune parolacce ed i troppi puntini sparsi qua e là.
PS2: su internet si legge che il motore della SP si presta molto bene ad essere montato sui kart oltre che per le prestazioni per la possibilità di girarne il cilindro di 180° e quindi molte hanno fatto questa fine. Quei temerari della tecnica, passati ancora qualche anno, verranno ricordati come quei miTTici geni che demolivano Vespa GS intere per farne verricelli a motore termico o quelli ancora più avanti che con la Delta S4 ci facevano l’autocross a scontro.
La storia da ragione a chi sa prevederne il suo percorso e la fortuna aiuta le menti preparate: questo non lo diciamo solo noi, ma anche il listino di motociclismo d’epoca: W l’Italia e le sue OttavoDiLitro!!!

SCHEDA TECNICA GILERA SP01 '89

MOTORE: monocilindrico a due tempi con contralbero equilibratore, raffreddato a liquido, con pompa di circolazione e termostato e miscelatore a tre vie. Distribuzione regolata dal movimento del pistone con ammissione lamellare e valvola allo scarico APTS 2. Alesaggio e corsa 56x50,5 mm. Cilindrata 124,38 cm cubi. Rapporto di compressione 13:1. Alimentazione con carburatore Dell'orto da 32 mm a valvola piatta. Accensione elettronica CDI, anticipo automatico. Lubrificazione a tutta perdita con pompa dosatrice separata. TRASMISSIONE: primaria ad ingranaggi, secondaria a catena. Frizione multidisco in bagno d'olio e cambio a 6 rapporti con innesti frontali.
TELAIO: doppio montante inclinato in acciaio scatolato Twin Box. Sospensione antriore a forcella teleidraulica con steli da 35 mm, escursione 130 mm; sospensione posteriore ad articolazione progressiva Power Drive. Freni: anteriore a disco da 300 mm; posteriore da 240 mm. Pneumatici; anteriore 100/80x16"; posteriore 130/70x17".
DIMENSIONI E PESO: lunghezza 1.950 mm; larghezza 620 mm; interasse 1.350 mm; luce a terra 150 mm; peso a secco 116 kg.
CAPACITA’ SERBATOIO: 13 litri
PRESTAZIONI DICHIARATE: 35 cavalli a 10.600 giri
PREZZO “CHIAVI IN MANO” NEL 1989: 5.500.000 lire

APRILIA AF1 REPLICA REGGIANI

APRILIA AF1 REPLICA REGGIANI

Che moto ragazzi!!! Una bandiera tricolore su ruote, inno coraggioso intonato a 10.000 giri nostrani, forza tutta italiana che vince fra i cordoli rossi e bianchi, che sfreccia sicura fra le curve del bel paese.Bella la replica, già, si chiama così, fanculo AF1, Aprilia, e che non s’offenda, anche Reggiani.Ma quest’Aprilia si chiamava così a scuola sussurrandola seduti a impallarsi la mente con le equazioni, e la si scriveva tutta in minuscolo.La replica la si pronunciava in fretta senza tanti complimenti, chiunque avrebbe aggiunto poi nella sua testa Aprilia Af1 125 Reggiani con tutte quelle noiose maiuscole. E chi nella sua testa al nome replica non si sparava nulla, non era degno di stare nel club del motosprint al giovedì, di guardare il sedere della più bella della classe, di ritrovarsi al lunedì a ripetizione di matematica, di vivere al massimo insomma!Bella la replica, inequivocabile come la mossa della Loren, come le tette della Ferilli, come la pasta al pomodoro o la margherita a Napoli.Rosso bianco e verde che fieri tingono un’avvolgente silohuette, una mitragliata di adesivi attaccati sopra che sanno tanto di after market casalingo, una cascata di sponsor quasi tutti italiani e che nomi!!... Dell’orto, Giannelli, Regina stanno a noi come Enrico Coveri, Giorgio Armani, Elle Esse, Best Company stavano a i paninari appollaiati sulle loro alte enduro.La replica non scherzava quindi e di sostanza ne aveva da vendere.Ma dove si trovava un monobraccio dietro (il mitico project 108) con disco on board, carena avvolgente e motore rotax tipo fucile da caccia con prestazioni rilevate che pure Nico Cereghini ci rimase male (da quella volta la sua storica, “casco ben allacciato, luci accese anche di giorno che qui vi scassate rraga!”.La replica è orgoglio Veneto e permettetemi di esserne fiero e di averci lì le mie radici: a Noale nel 1987 costruivano le 125 più belle e veloci, le più moderne, che vincevano in gara, che erano ottimamente rifinite e infinitamente desiderate.Figlia della AF1 del 1987, ormai veramente introvabile, altrettanto introvabile è questa replica perché dopo pochi mesi dalla nascita l’Aprilia tirò fuori dal cassetto la bellissima ed elegante Sintesi, evoluzione del concetto AF1.La replica è oggi una testimonianza di moto italiana presa dalla pista e avvitati a forza frecce specchi e targa. I colori della carena sono sì forse un po’ troppo vistosi e gli sponsor spavaldamente attaccati dappertutto, forse poco eleganti.Ma quegli anni si usava così: prendetela come una foto scattata nel 1987, questa è l’Aprilia 125 AF1 Replica Loris Reggiani!

CAGIVA C12R SP 125

CAGIVA C12R SP 125

GILERA CX

GILERA CX

SCHEDA TECNICA GILERA CX a.e. 1991

MOTORE: monocilindrico a due tempi raffreddato a liquido, aspirazione lamellare nel carter e valvola parzializzatrice allo scarico a comando elettronico con camera di risonanza e contralbero antivibrazioni comandato da ingranaggi. Cilindro in lega leggera con riporto al Gilnisil. Alesaggio x corsa 56x50,5 mm = 124,38 cc Rapporto di compressione 13:1. Avviamento elettrico. Accensione elettronica. Carburatore Dellorto da 32 mm con valvola piatta. Lubrificazione separata con miscelatore automatico e pompa meccanica a portata variabile. Frizione a dischi multipli in bagno d’olio. Cambio a 6 rapporti. Trasmissione primaria ad ingranaggi a denti dritti. Trasmissione finale a catena. Impianto elettrico a 12 V, generatore da 120 W con regolatore di tensione. Potenza e coppia massima non dichiarate.
CICLISTICA: Telaio Twin Box a doppio trave laterale scatolato in acciaio ad alta resistenza. Forcella monobraccio Paioli-Gilera con stelo da 45 mm, escursione da 100 mm. Forcellone oscillante monobraccio in fusione di lega leggera con monoammortizzatore a progressività variabile, escursione ruota 135 mm. Cerchi in lega leggera 3,50x17 anteriore e 4,00x17 posteriore. Pneumatici Michelin o Pirelli radiali tubeles da 120/60x17 ant. E 150/60x17 post. Freni: ant. Disco flottante da 300 mm posto centralmente; post. Disco fisso da 240 mm. Peso a secco 120 kg. Capacità serbatoio carburante litri 11, serbatoio olio litri 2.
DIMENSIONI IN MM; lunghezza 1930, larghezza 630, interasse 1370, altezza sella 780.
PREZZO: 6.300.000 lire chiavi in mano
(Motociclismo n°78, aprile 1991)

APRILIA AF1 SINTESI

APRILIA AF1 SINTESI

SCHEDA TECNICA APRILIA AF1 SINTESI '88

MOTORE: tipo rotax 123 monocilindrico due tempi verticale raffreddato a liquido; cilindro in alluminio con canna trattata al Gilnisil. Alesaggio e corsa mm 54x54,5; cilindrata 124,8; rapporto di compressione 15:1; Ammissione lamellare con valvola allo scarico RAVE 2. Alimentazione con carburatore Dell'orto PHBH 28 RD a sezione ovale; lubrificazione a miscelazione separata con pompa Mikuni volumetrica a portata variabile secondo il numero di giri e l’apertura del gas. TRASMISSIONE: primaria ad ingranaggi a denti dritti, secondaria a catena; Frizione multidisco in bagno d'olio e cambio a 6 rapporti con ingranaggi sempre in presa ed innesti frontali a coda di rondine. TELAIO: a travi portanti a sezione alveolare da 2,5 mm di spessore, d’alluminio in lega autotemprante ad alta resistenza; anteriore forcella teleidraulica Upside-Down rovesciata, con steli da 38mm escursione 120mm; posteriore con forcellone monobraccio in lamiera scatolata d’acciaio su cuscinetti ed articolazione progressiva APS; FRENI: anteriore a disco flottante da 320 mm con pinza a 4 pistoncini, posteriore a disco da 240 mm con pinza a doppio pistoncino contrapposto; Dimensioni, lunghezza mm 2040, larghezza manubrio 655 mm, altezza massima 1100 mm, luce a terra 140 mm; Peso 120 kg a secco; PRESTAZIONI DICHIARATE: 31,8 cv a 11.000 giri, velocità max 167 km/h. PREZZO CHIAVI IN MANO NEL 1988: 5.391.000 lire

HONDA NS125F

HONDA NS125F
Che linea questa moto! Snella, magra, fine: veloce l’occhio scorre la sua linea, orizzontale, impalpabile, inesistente se la guardi più giù del manubrio. E le ruote dove sono? Sono gomme rubate ad un Malaguti Fifty? Un mito la NSF, classe 1984, samurai con carta d’identità italiana pronta a sbriciolare il decadente mondo a 10 pollici, lento, insicuro nella sua frenata precaria, che aveva dei binari del tram giustificata paura….
Eccola la NSF, spavalda a mostrarsi a tutti con la sua carena, la sua potenza dall’alto di 9000 giri di un contagiri, di un capolino, di un miscelatore, di un mono dietro, di un disco davanti, una vera moto.
Piegata al tragitto casa scuola, vestita con Moncler a tutti i colori pastello che la fantasia possa produrre, scarponcini timberland scamosciati che facevano a pugni con il grasso della catena (dove sei vecchia Vespa?), ma vuoi mettere farsi un’entrata in coppia in seconda con la NSF che non finiva mai di prendere i giri davanti la scuola? Quante ragazze con la NSF, i cremini con la PX avevano chiuso! E poi, quell’ala dorata stampata sul serbatoio uguale a quella che volava nella 500 da GP faceva tanto esotico e nuovo: già, erano i tempi che tutto doveva essere straniero, la MTV appena nata non metteva altro, Simon le Bon, gli Wham, George Michael e la sua panta a colpi di sole demolivano i nostrani senza pietà: i vari Cattaneo, Mike Francis (chi era?), Alberto Camerini e banda che smanettavano Bontempi a tracolla, a casa!! Si salvava un Vasco Rossi con ancora una canotta a strisce ed in mano, un sacchetto con dentro qualche arancia ed un soggiorno forzato appena finito, ma i suoi viaggiavano in Vespa Primavera ed era un’altra storia. La NSF era la moto degli arrivati e di papà che al contrario del mio e della maggioranza di tutti, compravano e firmavano senza esitazioni assegni e garanzie di successo al figlio arrivato: che puntualmente arrivava in un mattino a -5° di un cupo dicembre imbaccuccato, ghiacciato ma con un sorriso stampato in viso da prenderlo a sberle davanti all’entrata della scuola a farti sbavare, finchè ne avevi.

La NSF che ora guardiamo con tenerezza stare in piedi su 2 gommine strette strette e che pare gli abbiano segato ¾ di carena era un punto di arrivo per chi, stufo delle Vespa tutte uguali e senza idee e di 125 nostrani col telaio a tubi da cancello e fanali della 127 davanti, trovavano in lei equilibrio nelle forme, tanta sostanza e qualità giapponese-italianizzata ad Atessa, dove veniva costruita. La stessa Honda, rimase impressionata dal successo di questa motina in Europa e dovette ammettere che una piccola filiale italiana poteva insegnarle qualcosa. Ancora una volta, la storia era dalla nostra, W l’Italia sempre!

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